Articolo tratto dalla rivista Protagonisti n.6  2000 

Giorgio Galli

E le stelle stanno a guardare?

di Raffaele Vescera
"Scienza e mito nell'era dell'acquario". Nell'intervista a Giorgio Galli in esclusiva a Protagonisti, la sua opinione sul satanismo e sul delitto a Castelluccio dei Sauri.

Tutti ricordano Giorgio Galli, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Milano, come famosissimo politologo, autore di numerosi saggi sulle molte anomalie della politica italiana, lì bipartitismo imperfetto, risale già al 1966; che sarà a Foggia, venerdì 18 febbraio al Museo interattivo delle scienze alle 19.00, per presentare il libro di Paolo Portone sull'Apocalisse oggi e per parlarci dell'altra faccia dello conoscenza: magia e astrologia.

Tema della serata del ciclo di "Latitudine 2000" sarà "Scienza e mito nell'era dell'acquario".Ma forse non tutti conoscono Galli anche nel ruolo di serio studioso dell'altra faccia della scienza dei comportamenti di massa, quella che va sotto il nome di magia, occultismo, esoterismo, i cosiddetti comportamenti irrazionali degli uomini, insomma. E su questi temi meno ortodossi ha già pubblicato numerosi libri con la Rizzoli, Occidente Misterioso, Hitler e il nazismo magico, la politica e i maghi, mentre è prossima l'uscita del suo ultimo lavoro,sempre con Rizzoli, Italia: il meriggio dei maghi.

L’assassinio di Nadia Roccia, ad esempio, ha portato alla ribalta la diffusione delle sette sataniche anche nella nostra provincia, facendo temere una vera e propria eclissi della ragione in ampi settori giovanili.

Che il meriggio della magia non corrisponda al tramonto della ragione è però ampiamente dimostrato da Galli, il quale ribadisce la necessità di non liquidare semplicisticamente un fenomeno sociale che coinvolge clamorosamente quattordici milioni di cittadini italiani, ma di indagarlo come vero e proprio fenomeno sociologico.

Come giudicare alcuni capi di stato che non sanno fare a meno di ricorrere ai consigli dell'astrologia prima di prendere importantissime decisioni, e uomini comuni che chiedono miracoli a santi e santoni. Come giudicare le facili pubblicazioni di massa sul tema dell'oroscopo che vanno a ruba, si tratta in gran parte di furbe operazioni da imbroglioni dell'occulto oppure contengono anche verità sconosciute?

Secondo Galli, l'uomo non è solo, hobbesianamente, un essere "calcolante, poiché ci sono nel profondo di ciascuno di noi domande alle quali la nostra ragione non sa dare alcuna risposta, aspetti ignoti ed oscuri, come l'eterna faccia invisibile della luna, quella che non vedremo mai dal nostro pianeta. L'esoterismo, secondo Galli, non è solo ciarpame, ma è anche un tentativo di comprensione della parte più oscura del nostro essere al mondo.

Certo è che il fenomeno della magia, oltre ad essere antichissimo, è tuttora universalmente diffuso, sotto spoglie diverse, dai paesi tecnologicamente più avanzati a quelli più arretrati. A quanto pare, al di là della cultura, ciò che accomuna gli uomini è la paura dell'ignoto. I miti, insomma, non muoiono, semplicemente si trasformano, rinascendo di continuo con forme diverse. E' leggendario, ad esempio, il rapporto che il nostro imperatore Federico II di Svevia aveva di pari grado con la scienza e la magia. Un indovino gli predisse che sarebbe morto sub florentia e lui, pur non volendo mettere mai piede a Firenze, trovò, per scherzo del destino, la morte nella nostra Castel Fiorentino.

Ancora oggi ci sono milioni di persone che non prendono decisioni importanti senza consultare l'astrologo di fiducia. Tra scienza e mito dunque, la nebbia è ancora fitta. Nel passaggio del millennio, ad esempio, il mito dell'Apocalisse biblica che promette morte e distruzione all'intera umanità, continua, nonostante tutto, ad essere fortemente presente sotto forma di terrore millenaristico in sembianze di razzismo legato a paure irrazionali quali la fine della civiltà occidentale, del cristianesimo, e al prevalere della civiltà islamica e cinese confuciana, così come ampiamente dimostrato nel libro di Paolo Portone, L'ultimo sigillo: l'apocalisse nel XXI secolo, presentato da Giorgio Galli.

Allora, Professore, quali sono i meriti del libro di Paolo Portone?

L'Apocalisse è una questione attuale perché riguarda il passaggio di millennio, e poi è una ricostruzione storica molto interessante di come questo libro è entrato tra i libri canonici della Chiesa, pur essendovi molti motivi perché non vi rientrasse, per via del suo carattere del tutto particolare.Portone imposta bene questo primo problema, poi tocca una questione molto di attualità, quale quella dell'immigrazione. Questa non è una ricostruzione storica ma è un problema di attualità , tra l'altro in Puglia, credo, particolarmente sentito in quanto è una delle regioni più esposte al flusso migratorio dei Balcani. Credo che siano queste le due ragioni che rendano   molto interessante la lettura del libro di Portone. 

Che senso ha parlare oggi, all'inizio del terzo millennio, del mito dell'Apocalisse?

Che abbia un senso è dimostrato dal ragguardevole numero di testi in proposito pubblicati e poi dal fatto che tra questi testi quello di Portone acquista validità proprio per il   suo rigore storico. 

Crede che oggi ci sia una facile sottovalutazione del fenomeno sociale che va sotto il nome di esoterismo, occultismo o pratiche magiche, un fenomeno che riguarda quattordici milioni di cittadini italiani? E quale è oggi il valore delle culture emarginate?

Io ho cominciato a studiare il fenomeno proprio per quel che riguarda la mia disciplina, la politologia. E credo di aver dimostrato in alcuni lesti, come quello sul Nazismo magico e l'altro che si intitola La politica e i maghi, che le tradizioni occultiste mantengono una certa influenza in certi momenti su alcune correnti di pensiero politico contemporaneo. Questo è il primo tema che riguarda propriamente i rapporti tra esoterismo e politica. Poi c'è invece lo sfruttamento massmediologico e consumistico di questa fenomenologia. Questo è un aspetto abbastanza negativo sul quale è anche opportuno attirare l'attenzione, ma senza stigmatizzazioni e senza pensare che ci sia solo uno sciocco dilagare delle superstizioni, ma proprio analizzandolo come un fenomeno sociologico. 

Quanto conta la paura, individuale o collettiva che sia, nei comportamenti irrazionali della gente? Quanto dobbiamo temere questi comportamenti?

 Io più che paura direi preoccupazione. Dire paura è forse troppo drammatico. Siamo tutti, anche chi non si occupa affatto di occultismo, abbastanza preoccupati di fronte ad una società in rapidissima trasformazione, una società in cui cambiano molti parametri e molti valori. Credo ci sia preoccupazione in determinati settori di società, che talvolta non sono affatto i più ignoranti ma spesso anche i più acculturati, che credono di rispondere a questa preoccupazione con l'attenzione, quanto più sono acculturati, verso aspetti più irrazionali.

Ha presente il delitto di Castelluccio dei Sauri, l'omicidio di una giovane studentessa per mano delle sue miche che ammazzano per osservanza, diciamo, satanica... 

Si, si, conosco il fatto.Credo che queste siano manifestazioni del tutto marginali, non credo che bisogna preoccuparsi più di tanto. Credo che sia un atteggiamento errato presentare questi fenomeni come una sorta di riapparizione del diabolico. Credo che nel quadro generale della ripresa di queste antiche culture, i fenomeni satanistici siano estremamente minoritari.

La sfera magica del mondo contadino, studiata da Ernesto De Martino, si è ovviamente evoluta. Lei vede la necessità di uno studio di questa evoluzione nel mondo urbano-informafico?

L'aspetto di questa fenomenologia della civiltà contadina direi che adesso è diventato marginale, così come è diventato marginale il mondo contadino. E' invece molto più interessante vedere come questi fenomeni non solo perdurino ma, in qualche modo, si accentuino nella società urbana-informatica, tecnologicamente avanzata. Direi che varrebbe la pena la pena studiare soprattutto questo aspetto.Non l'occulto e il mondo contadino, semmai l'occulto e il mondo tecnologico. 

Da sempre l'uomo ha sentito il bisogno di indagare le paure inconsce, paure cui la ragione non sa ancora dare risposte, ci sono aree della conoscenza che sfuggono alla scienza.

Si, sfuggono, però possono e devono essere investigate. Credo che da un lato dobbiamo essere prudenti di fronte ad una sorta di presunzione di onnipotenza della scienza. Ma, d'altro canto, dobbiamo continuare a tentare di fornire spiegazioni autenticamente scientifiche. 

E' un lavoro che vale la pena di fare?

Certamente.

In quanto al rapporto tra il potere e la magia, lei crede che il potere, oltre ad averne bisogno, essendo promotore di paure, sia anche vittima delle paure irrazionali?

Bisogna distinguere tra varie forme di potere. Il potere basato sul consenso, che è alla base della democrazia, non dovrebbe avere paura di nulla. Il potere abbinato alla paura è un potere dalle radici incerte, basato sulla forza o su di una sorta di "investitura divina". Bisognerebbe distinguere tra i vari tipi di potere. Un potere basato sul consenso come dovrebbe essere il potere dei sistemi democratici, non dovrebbe avere alcuna attinenza con la paura.

E' stata annunciata la prossima uscita, con Rizzoli, del suo prossimo libro "Italia: il meriggio dei maghi", a quando la sua apparizione in libreria?

A fra poco. Trattandosi però di un problema delicato, devo mettere a punto ancora alcuni passaggi.

Un'anticipazione, professore?

Eh no, per il momento no. Oltre all'intervista che ho rilasciato su "Repubblica", per il momento non vorrei aggiungere altro.

Trattando di magia preferisce mantenere il segreto?

Eh, si.