- "L'ultimo
sigillo" di Paolo Portone presenta una struttura compositiva
complessa ed articolata, ripercorrendo la storia del "Libro
della Rivelazione", più noto come "Apocalisse" di
S. Giovanni, dagli inizi del Cristianesimo alla vigilia del terzo
millennio.
- L'Apocalisse ebbe una storia lunga e
travagliata: da libro altamente valorizzato nel periodo delle
persecuzioni, quando "incoraggiava la resistenza delle
comunità cristiane, annunciando l'imminente (il 'fra breve'
sottolineato da Portone) sconfitta dei persecutori, dell'impero
romano, la 'Babilonia', la 'grande meretrice' il cui effimero
trionfo sarebbe stato seguito dalla definitiva disfatta",
passa ad una dimensione totalmente diversa quando, dopo l'Editto
di Teodosio, il cristianesimo diventa "religione di stato. I
perseguitati erano ora i pagani" (pag.XII, introd.).
- A partire da quest'epoca
l'Apocalisse diviene un'opera scomoda, da confinare nel limbo dei
testi della prima fase eroica del cristianesimo, degni di rispetto
e venerazione, accolti tra le scritture divinamente ispirate, ma
destinati col tempo (grazie soprattutto al lavoro di
approfondimento esegetico che generazioni di studiosi delle
scritture avrebbero compiuto) a perdere quella carica profetica,
antisecolare e quasi rivoluzionaria che ormai era di fatto
incompatibile con la posizione che il cristianesimo, e con esso la
Chiesa, avevano assunto nel contesto della civiltà romana ed
europea.
- Comunque il libro giovanneo rimase
oggetto di lunghe ed appassionate controversie, non solo, e non
tanto, in merito alla sua autenticità, quanto piuttosto per l'utilizzo
che ne fu fatto in varie epoche storiche, come lo stesso autore
evidenzia. Esso infatti, come sottolinea, Giorgio Galli, "fu
alla radice dei ricorrenti movimenti millenaristici che la Chiesa
dovette fronteggiare come <eretici> nella lunga serie dei
secoli successivi"(pag.XIII, introd.), ma che contribuirono,
pur nella loro settarietà, a mantenere all'interno del pensiero
occidentale quelle aspirazioni escatologiche che erano così
profondamente radicate nel testo apocalittico.
- Giorgio Galli,
nella sua introduzione, pone inoltre l'accento su una componente
molto innovativa del testo, costituita dall'influsso esercitato
dalla presenza femminile nel sacro, elemento tipico del
cristianesimo di matrice medio-orientale che verrà poi
gradualmente compresso "sia pure con la parziale
compensazione del ruolo salvifico della vergine Maria e con i
conventi delle donne - suore" (pag.XIV, introd.).
- Nei primi secoli del cristianesimo,
infatti, le donne all'interno delle comunità cristiane ebbero un
ruolo di grande spessore, portato sino al martirio per rafforzare
la resistenza del gruppo di fronte alle persecuzioni romane.
Elemento culturale che tuttavia rimane implicito, quasi sotteso a
tutta la storia del cristianesimo, pervenendo al mondo
contemporaneo come uno spunto di riflessione e di spinta al
cambiamento.
- Questo è un elemento fortemente
caratterizzante l'analisi di Portone che ancora una volta riunisce
con efficacia l'antico al moderno: le sempre più forti istanze
che, proprio dall'interno del mondo cattolico, spingono in
direzione di una partecipazione femminile al sacro ed al
sacerdozio forse potrebbero trovare un loro fondamento proprio in
questo tipo di tradizione.
- La poliedricità espressiva ed
ermeneutica del testo apocalittico, era tale da assumere anche una
valenza eversiva e destabilizzante che la Chiesa non poteva non
censurare, tanto che Portone evidenzia come, dopo i lunghi
dibattiti dei primi secoli del cristianesimo, il testo fosse stato
accettato seppur a fatica e con molte resistenze dalla pars maior
del pensiero patristico, "a condizione di una sua profonda
storicizzazione simbolica [ ... ] il testo fu depurato della sua
carica antisecolare, annullando la tensione escatologica delle
profezie ridotte a vaticini ex evento" (pag.5, testo).
- Questa fu la lettura del testo
giovanneo che la Chiesa impose alla massa dei credenti, anche se
del messaggio originario rimase intatto e non si poté del tutto
svellere, nonostante i rimaneggiamenti cui fu sottoposto quel
"portentoso affresco profetico che [ ... ] confermava ai
fedeli il favore divino, rincuorandoli con una promessa
escatologica che spostava ulteriormente in avanti il baricentro
del messaggio cristiano, verso un futuro di rinnovamento radicale
del cosmo e della storia" (pag.42, testo).
- Sulla base di questa tensione verso
un futuro di rinnovamento, seppur posto in un'epoca indeterminata
della storia, l'autore poggia il nucleo fondamentale della sua
analisi: quanto dell'originario messaggio apocalittico, seppur
calato nel contesto di una società profondamente secolarizzata e
scristianizzata, ancora sopravviva lo si può agevolmente reperire
nelle pieghe della società contemporanea, cioè in quella massa
di emarginati, sottoccupati e disillusi, prodotto di quel modello
rampante di new economy che il sistema capitalistico sta
progressivamente imponendo a tutti noi, senza preoccuparsi delle
gravi ricadute che in un prossimo futuro vi potrebbero essere.
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segue----»