Articolo tratto dalla rivista PROTAGONISTI 15 GENNAIO 2000  n.1 anno VII

A quando la prossima fine del mondo?

Giorgio Galli presenta Paolo Portone, studioso e demistificatore di magie popolari, riti occulti e miti religiosi. Un ponderoso volume che affronta il mito dell'apocalisse, dai versi di Giovanni Evangelista che promettono ferro e fuoco contro l'umanità, alle paure millennaristiche, fino alle sette religiose del terzo Millennio. 

   di Raffaele Vescera

 

Il duemila è sotto i nostri occhi, e allora a quando la prossima fine del mondo? Quando vedremo i quattro Cavalieri dell'Apocalisse spargere guerra, guerra civile, carestia e peste contro L'Umanità? Quando vedremo le due bestie? A quando L'Armaghedon, la battaglia finale che vedrà vincere il riapparso spirito Divino il quale, trionfante, annunciandosi con le trombe del giudizio universale, distruggerà l'intera Umanità, poiché essa non ha saputo liberarsi dalla sua propria natura umana datagli, guarda caso, dallo stesso soffio divino. Compiuta la strage (all'incirca sei miliardi i morti previsti dal bagno di sangue) i buoni saranno divisi dai cattivi. I primi, gli eletti, nel numero chiuso di 144.000, saranno premiati con il paradiso, gli altri tutti all'inferno. Ecco che cosa ci aspetta a noi poveri umani peccatori. Il dio buono, dopo averci messo al mondo a nostra insaputa e a sua immagine, senza neanche chiederci il permesso, si appresta a macellarci tutti, poiché, la colpa è sempre nostra, si capisce, insani peccatori, mentre lui beato in cielo, pur conoscendo già tutto in anticipo, si divertiva a crearci imperfetti, e, pur essendo onnipotente, perdeva la partita col povero diavolo.

Un bel grattacapo la lettura letterale del libro dell'Apocalisse, si capisce, com’è un bel grattacapo la lettura dell'Antico Testamento il quale, piuttosto che parlare di un Dio buono e compassionevole, ci propone di continuo un Signore iroso e vendicativo che, volta per volta, manda castighi divini e stragi e donne e bambini, tutti colpevoli del loro involontario esistere. E come spiegare il messaggio dei Vangeli che, parlando di un Dio del perdono e della misericordia, contraddicono clamorosamente l'ira funesta del Dio ebraico e la cupezza catastrofica del libro scritto nel Novanta dopo Cristo da Giovanni da Patmos, l'Apocalisse, per oltre quattro secoli misconosciuto e rifiutato dalla Cristianità intera e poi, purificato dalla sua carica antisecolare, infine accettato ufficialmente come testo sacro.

Non c'è certo bisogno di ricorrere alle teorie raffinate del filosofo siciliano Manlio Sgalambro per cogliere la carica antiumana del Dio biblico.Il messaggio terroristico della promessa vendetta divina è evidente, il ricatto psicologico balza agli occhi più disincantati come il tentativo, nemmeno tanto maldestro, di una tirannica religione che, al fine di affermare il proprio codice morale, tiene in serbo premi per i sottomessi e fulmini per i ribelli.

L'Apocalisse, che in greco sta per "rivelazione", è davvero una incombente minaccia divina o è soltanto una folle allucinazione di un fanatico religioso quale Giovanni Evangelista che, reso furioso dalla propria prigionia nella famosa grotta dell'isola greca di Patmos e dalle persecuzioni che le varie chiese cristiane andavano subendo nel mondo romano in quei tempi, sogna l'immane e definitiva vendetta divina contro il nemico del cristianesimo, Roma, definita la Grande Babilonia.

Muoia Sansone con tutti i filistei, dunque, è quanto propone il vendicativo evangelista, rifacendosi in parte ai sogni profetici di Daniele ed Ezechiele ed in parte ad antiche credenze orientali. David Lawrence, l'autore del famosissimo romanzo "L'amante di Lady Chatterley", aveva già dimostrato nel suo libro "Apocalisse" l'incongruenza storica delle catastrofiche profezie di Giovanni da Patmos, scopiazzate a mani larghe da precedenti e già note analoghe teorie orientali catastrofiche, in voga presso gli antichi caldei, nate da una sorta di mito dell'"eterno ritornò". La fine del mondo viene dunque vista ed auspicata come una sorta di momento catartico, purificatorio per l'Umanità. Il sistema simbolico adottato dalle antiche credenze orientali viene fatto indebitamente proprio da Giovanni Evangelista che, nelle lettere alle sette chiese, promette la vittoria finale ai Cristiani con dolce epilogo in paradiso (ma in numero limitato) e la sconfitta dei loro nemici che andranno a bollire nei calderoni di Satana. Il tutto, preceduto dalla venuta di un "Anticristo", doveva all'incirca avvenire mille anni dopo la venuta di Cristo.Le incredibili teorie, in un primo tempo respinte dalla Chiesa ufficiale, vengono tardivamente accettate quando la Chiesa capisce che il terrore avrebbe funzionato meglio del convincimento, anche se è innegabile che tra i cristiani più colti ed accorti le teorie apocalittiche non hanno mai riscosso un forte successo. Costoro ne coglievano piuttosto il valore allegorico che quello letterale.

Ecco da quali profezie nasce il terrore militaristico degli europei alla fine del primo millennio, terrore successivamente ripreso dalle sette religiose più fanatiche (mormoni e testimoni di Geova) e rilanciato per tutto il secondo millennio con date e scadenze di fine del mondo volta per volta profetizzate e poi rimandate.Ma ciò che conta di più, oggi, non è il terrore sociale sparso dalle sette strettamente religiose quanto piuttosto l'uso politico- sociale che del terrore apocalittico fa la destra più retriva e reazionaria che fra l'altro individua nell'assalto dei "barbari" del terzo mondo contro i paesi occidentali la vera minaccia apocalittica del XXI secolo.

"Nell'Apocalisse è scritto che dopo il millennio dell'età aurea Satana, liberato dal carcere dov'era stato incatenato dopo la sconfitta dell'Anticristo sedurrà le genti di Gog e Magog ai quattro canti della terra e le radunerà per dare l'assalto all’"accampamento dei santi" e "alla città diletta". Sarà l'ultima terribile prova che i giusti dovranno affrontare prima di vedere la città santa di Gerusalemme discendere dal cielo; naturalmente, l'esito dell'escatologico conflitto è già segnato, un diluvio di fuoco, infatti, attende la "coda dell’Anticristo" mentre l'angelo ribelle è destinato a finire, per l'eternità, nello stagno ardente di zolfo dove si trovano le bestie e lo pseudo profeta (Ap. 20.10).

Niente di più facile, dunque, per moderni imbecilli del razzismo, individuare nei popoli " extracomunitari" (che orribile parola) i Gog ed i Magog del momento. Oltre il neo fanatismo cattolico che individua "la bestia" nell'affermarsi del movimento islamico, esiste forte, soprattutto in America, il "patriottismo cristiano" erede delle più retrive sette razziste, come il K.K.K., che individua il pericolo apocalittico in tutto ciò che non è cristiano, non è bianco e non è anglosassone. Continuano dunque le crociate contro gli ebrei, i musulmani, i negri, foriere di possibili nuovi genocidi, poiché, nelle teste più ottuse e fanatiche dei fondamentalisti, il "bagno di sangue e sinonimo di purificazione e di resurrezione.

Nello schema apocalittico adattato alla contemporaneità, la civiltà islamico-confuciana è vista come nemica di quella occidentale. E dunque l'ombra dell’Anticristo si allunga, prima gli eretici, poi Attila, poi il Nero Redivivus, Maometto, il nostro Federico II, fino a tutti i "miscredenti" ed ai popoli "satanici". Vecchia solfa hitleriana, insomma.

Attenzione, ci avverte l'autore, il rischio dello "scontro di civiltà" non è cosa da poco. Esso anziché essere scongiurato dalla modernità ne è piuttosto favorito dal degrado socio-culturale.

Di tutto ciò ci informa Paolo Portone, ancor giovane studioso romano, esperto di studi filosofici ed esoterici, di origini pugliesi, che già vanta al suo attivo alcune importanti pubblicazioni sulle credenze esoteriche e sulla magia, quali "Il Noce di Benevento" storie di finte streghe e di veri persecutori. La poderosa ultima pubblicazione di Portone, 300 pagine, è un testo fondamentale per la comprensione del fondamentalismo cristiano ed occidentale, non meno pericoloso di quello islamico ed orientale.

Il più noto politologo italiano Giorgio Galli, che da oltre vent'anni studia il fenomeno dell'esoterismo nella presentazione de "L'ultimo sigillo" ed. ASEFI, pg. 303, L.37.000, scrive: il libro di Paolo Portone ha due grandi meriti l'uno, sotto il profilo storico, consiste in una accurata ricostruzione di come il Libro della Rivelazione, più noto come Apocalisse sia entrato fra i testi canonici della Chiesa; l'altro sul come le prospettive millenaristiche influenzino e siano percepite nel presente. Le paure di fine millennio illustrate nella loro stretta connessione con il degrado della società.